Normative
Normative
In questa sezione, troverete un breve riassunto delle principali normative in materia di sicurezza. I riassunti descrivono in modo facile e comprensibile che cosa sono le normative e il loro ambito di applicazione.
I prodotti della ORAFOL sono certificati ai sensi di queste normative.
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Regolamento ECE ONU 104
In questa sezione del sito, speriamo di fornirvi tutte le informazioni necessarie a rispondere alle vostre eventuali domande sul Regolamento ECE ONU 104 e i suoi effetti, nonché su quali prodotti meglio si adattano alle vostre esigenze. Se così non fosse, contattateci!
Che cos’è il regolamento ECE ONU 104?
La norma ECE N. 104 specifica i requisiti tecnici relativi all'approvazione dei nastri retro-riflettenti per la marcatura di veicoli di categoria M, N e O (autobus, camion e rimorchi) in Europa.
I materiali sono suddivisi in 3 classi:
Classe "C": Materiali per la marcatura dei contorni
Classe "D": Materiale per marcatura/grafica distintiva concepita per un'area limitata
Classe "E": Materiale per marcatura/grafica distintiva concepita per un'area estesa
In termini di riflettività, la Classe "C" è quella di grado più elevato e la Classe "E" quella di grado più basso.
Si tratta di applicazione della cospicuità nastri Classe "C" che è la norma per le nuove registrazioni.
La norma ECE n.104 non include dettagli in merito all'applicazione effettiva dei nastri sui veicoli; tale informazione, inclusi i requisiti di installazione, si trova nella norma n. 48.
Scaricate il testo completo del regolamento ECE ONU 104
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ECE 70 ed ECE 70-01
Regolamento ECE ONU 70
Le Nazioni Unite hanno pubblicato il Regolamento ECE n. 70 per disciplinare i pannelli posteriori di mezzi pesanti, rimorchi e autoarticolati. Questo regolamento stabilisce i requisiti specifici che i mercati devono soddisfare al fine di ottenere il marchio di omologazione E. Il marchio di omologazione E viene rilasciato dalle autorità al fabbricante se le bordature prodotte soddisfano i requisiti di cui al Regolamento ECE ONU n. 70.
Regolamento ECE ONU 70 Emendamento 01
In questo emendamento i requisiti sono stati inaspriti per assicurare la conformità dei pannelli posteriori a requisiti riflettenti ancora più elevati. L’emendamento 01 stabilisce chiaramente 2 opzioni: pannelli posteriori composti da una sezione retroriflettente e una fluorescente ("RF") o pannelli posteriori completamente retroriflettenti ("RR").
La norma di terza generazione, il cosiddetto regolamento ECE ONU 70 Emendamento 01, è già obbligatoria in molti paesi facenti parte delle Nazioni Unite. La norma di ultima generazione prevede la qualità massima per quanto riguarda il livello di riflessione / visibilità che finora è stata possibile con la tecnologia a foglio retroriflettente. Il regolamento ECE ONU 70 Emendamento 01 assicurerà un’uniformità e una sicurezza ancora maggiori all’interno dei paesi facenti parte delle Nazioni Unite.
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EN 469:2005
Questa norma riguarda di solito l’abbigliamento professionale per vigili del fuoco indossato durante interventi di lotta contro gli incendi di strutture per proteggersi soprattutto contro il calore e le fiamme.
I requisiti prestazionali per l’abbigliamento conforme a questa norma comprendono:
- Propagazione limitata della fiamma (metodo di prova ai sensi della norma ISO 15025)
- Trasmissione del calore convettivo (metodo di prova ai sensi della norma EN 367)
- Resistenza al calore radiante (metodo di prova ai sensi della norma ISO 6942)
- Resistenza al calore (metodo di prova ai sensi della norma ISO 17493:2000)
- Idrorepellenza, stabilità dimensionale, resistenza agli agenti chimici
I requisiti fotometrici per i materiali retroriflettenti sono conformi alla norma EN ISO 20471. Il materiale riflettente deve avere una superficie minima di 0,13 m2. I materiali retroriflettenti devono inoltre superare la prova di propagazione limitata della fiamma e la prova di resistenza al calore. I prodotti devono mantenere un valore minimo di retroriflessione dopo quest’ultima prova.
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EN 471, attualmente revisionata come EN ISO 20471
Cos'è la norma EN ISO 20471?
La norma EN ISO 20471 è una versione revisionata del precedente standard EN 471 in materia di dispositivi di protezione individuale e di sicurezza ad alta visibilità. Secondo la Direttiva 89/686/CEE, è richiesto per legge tutelare le persone che svolgono la propria attività lavorativa quotidiana in prossimità delle strade o sulle strade stesse. Le norme vengono stabilite identificando i rischi cui sono sottoposti i lavoratori. La normativa stabilisce i requisiti minimi per gli indumenti ad alta visibilità, in grado di segnalare visivamente la presenza dell'operatore, e specifica i metodi di test e i requisiti dei dispositivi di protezione individuale e di sicurezza indossati in situazioni ad alto rischio.
Che cosa significa?
L'ultima revisione della norma è la versione EN ISO 20471:2013; questo è lo standard di riferimento da rispettare. Le norme EN471 vengono aggiornate ogni 5 anni, se ritenuto necessario. La prima versione della norma EN 471 è stata pubblicata nel 1994. In seguito, il Comitato Tecnico Europeo, su istanza di enti collaudatori e membri del comitato stesso, ha avviato un processo di revisione finalizzato all'introduzione di alcuni emendamenti, riguardanti soprattutto la libertà di progettazione. Il processo di revisione è stato completato e implementato nell'aprile 2004. L'attuale norma EN471 in vigore, contenente i nuovi emendamenti, è la EN ISO471:2013.
Quali sono le specifiche stabilite dalla norma?
I requisiti specificano le prestazioni richieste in termini di colore e retro-riflessione, nonché le aree minime e il collocamento dei materiali sugli indumenti di protezione.
Sono definite due classi di capi di abbigliamento, basate su due diverse aree minime di materiale retroriflettente, fluorescente e/o combinato. Ciascuna di tali classi garantisce un livello di cospicuità diverso; la classe 3 è quella che garantisce il livello di cospicuità più elevato sulla maggior parte degli sfondi riscontrati in situazioni urbane e rurali, di giorno e di notte. Gli utenti devono selezionare la classe richiesta basandosi sull'analisi di rischio della sede/situazione in cui è richiesta la protezione garantita dagli indumenti secondo questa norma internazionale.
Classe 2: livello intermedio di protezione
Gilet, tuniche aperte sui fianchi (tabard), pettorine senza maniche e pantaloni con bretelle.
0,5 m2 materiale fluorescente / 0,13 m2 materiale retroriflettente
Classe 3: livello massimo di protezione
Giacche lunghe e giubbotti con maniche, tute, completi giacca/pantaloni.
0,8 m2 materiale fluorescente / 0,2 m2 materiale retroriflettente
La norma comprende anche determinati requisiti per le prove d'uso.
I materiali retroriflettenti devono mantenere la loro luminosità dopo:
- Esposizione alla pioggia
- Variazioni di temperatura
- Abrasione
- Piegatura alle basse temperature
- Flessione
- Lavaggio in acqua
- Lavaggio a secco (se del caso)
Materiali fluorescenti:
- Esposizione ai raggi UV
- Variazioni dimensionali
- Resistenza al vapore acqueo
- Solidità del colore
- Proprietà meccaniche
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EN 1150:1999
È la normativa di riferimento degli indumenti ad uso non professionale, jogging, ciclismo, o altre attività che comportino un’interazione con il traffico, nonché per qualunque sportivo che necessiti di alta visibilità in attività quali ciclismo, corsa su strada, guida, ecc.
Mentre la normativa EN ISO 20471 stabilisce i requisiti che devono avere gli indumenti di segnalazione ad alta visibilità per uso professionale in ambiente lavorativo, la EN 1150 fornisce le caratteristiche di quelli destinati a un uso non professionale, insieme ai criteri relativi alla superficie minima e al posizionamento del materiale riflettente al fine di ottenere un aumento della visibilità. I capi di abbigliamento conformi a tali norme sono in grado di segnalare visivamente la presenza dell’utilizzatore in qualunque condizione di luce diurna e alla luce dei fari dei veicoli nell’oscurità.
Il materiale riflettente per uso non professionale conforme alla normativa EN 1150 è considerato appropriato per attività quali sessioni di educazione stradale per bambini, ciclisti e pedoni, piedibus, ecc.
Ogni indumento deve essere composto da un materiale di fondo, (luminoso) e da materiali retroriflettenti, (bande e bretelle riflettenti). Il materiale di fondo garantisce la visibilità nelle ore di luce, mentre il materiale retroriflettente rende l’indumento visibile anche di notte.
Per soddisfare i requisiti previsti dalla normativa EN 1150 possono essere sufficienti le superfici minime di fondo e del materiale retroriflettente di un singolo capo di abbigliamento, oppure, in base all’altezza dell’utilizzatore, può essere necessaria un’area prestazionale combinata, risultante da più indumenti.
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EN 12899 -1: 2007
Segnaletica stradale verticale permanente
Questa norma è composta da cinque parti ed è concepita per l'uso da parte delle autorità stradali e di sviluppatori privati nei loro appalti di cartelli da collocarsi su strade pubbliche e autostrade, nonché su terreni privati. Comprende i prodotti di cui al Mandato M/111 Accessori per la circolazione: attrezzature stradali contenuto nella direttiva 89/106/EEC Prodotti da costruzione (CPD) che in data 9 marzo 2011 è stata sostituita dal regolamento prodotti da costruzione (CPR) N. 305/2011 che si applica direttamente alla legislatura di ciascuno Stato membro.
Tali prodotti includono segnaletica stradale verticale finita o in kit da assemblare, nonché i relativi componenti, quali rivestimento retroriflettente del cartello, supporti e targhe segnaletiche, inclusi illuminazione e dispositivi di bloccaggio, oltre a qualsiasi combinazione di tali componenti. Comprendono inoltre dissuasori transilluminati, delineatori e retroriflettori permanenti.
La marcatura CE dei prodotti coperti dalla norma EN12899 è obbligatoria a partire dal 1 luglio 2013 nell'ambito dell'Area Economica Europea (EEA) in conformità con il CPR.
Cartelli stradali verticali permanenti che presentino materiali retroriflettenti creati con tecnologia a sfere di vetro devono essere marcati CE in conformità con questo standard. I cartelli stradali verticali permanenti che si servono della tecnologia microprismatica devono essere marcati CE in conformità con l'ETA (European Technical Approval) secondo il CUAP (Common Understanding of Assessment Procedure) Numero 01.06.04.
Parte 1: Segnali permanenti
La parte 1 specifica i requisiti per cartelli stradali completi, targhe segnaletiche, fogli retroriflettenti, supporti dei cartelli e dispositivi di illuminazione. I requisiti relativi alle prestazioni e ai metodi di test per i fogli retroriflettenti sono applicabili alla tecnologia a perle di vetro. Quelli relativi alla tecnologia micro-prismatica sono specificati nell'apposita ETA (European Technical Approval).
Part 2: Dissuasori del traffico transilluminati
La parte 2 specifica i requisiti di prestazione e i metodi di prova per i nuovi dissuasori del traffico transilluminati per quanto attiene le relative componenti strutturali nonché le proprietà colorimetriche, retroriflettenti, di luminanza e invecchiamento.
Parte 3: Delineatori e retroriflettori
La parte 3 specifica i requisiti di prestazione e i metodi di prova per i nuovi delineatori e retroriflettori per quanto attiene le relative componenti strutturali nonché le proprietà colorimetriche, retroriflettenti e di invecchiamento.
Parte 4: Controllo della produzione in fabbrica
La parte 4 descrive i requisiti per il controllo della produzione in fabbrica (FPC) dei prodotti descritti nelle parti 1, 2 e 3, che regolano la produzione e i prodotti certificati in base a questa norma.
Parte 5: Test iniziali per tipo
La parte 5 descrive i requisiti per i test iniziali per tipo (ITT) dei prodotti descritti nelle parti 1, 2 e 3 che saranno condotti per stabilire le prestazioni di campioni di prodotto rappresentativi del tipo di prodotto.
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EN 13356:2001
Questa norma specifica i requisiti prestazionali ottici e i requisiti di superficie minima di accessori di visualizzazione per uso non professionale, progettati per segnalare visivamente la presenza dell’utilizzatore quando vengono illuminati dai fari dei veicoli su strade buie. Gli accessori possono essere indossati, attaccati o trasportati da persone. Questa norma non si applica all’abbigliamento.
La norma identifica 3 tipi di accessori:
Tipo 1: Volanti, per esempio ganci o etichette pendenti riflettenti.
Tipo 2: Amovibili, per esempio bracciali autoavvolgenti (slap wrap) e bracciali con velcro.
Tipo 3: Montati, per esempio adesivi.
Gli standard prestazionali ottici vengono soddisfatti dai fabbricanti in alcuni tipi di pellicola riflettente. Reflexite® 2032, per esempio, è una pellicola riflettente che è stata certificata conforme ai criteri prestazionali ottici.
La norma prevede che la superficie minima degli accessori di Tipo 1 sia compresa tra i 15 cm2 e i 50 cm2. Se un accessorio di Tipo 1 è riflettente su ambo i lati, lo spessore dovrà essere al massimo di 10mm.
Gli accessori di Tipo 2 e 3 dovranno avere una superficie superiore ai 15 cm2.
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EN 13422: 2004 + A1:2009
Segnaletica stradale verticale – Dispositivi di allarme portatili deformabili e delineatori – Segnaletica stradale portatile – Coni e cilindri
Questa norma non è uno standard europeo armonizzato secondo le linee guida delineate dalla direttiva 89/106/CEE prodotti da costruzione. I prodotti fabbricati e immessi sul mercato secondo questo standard devono ottenere e apporre la certificazione di prodotto piuttosto che il marchio CE.
La norma specifica i requisiti per i nuovi coni e cilindri stradali con proprietà retroriflettenti. Individua le caratteristiche minime essenziali relativamente alle prestazioni visive e fisiche nonché i metodi di test per stabilire le prestazioni dei prodotti e i mezzi con cui tali prestazioni potranno essere comunicate agli utenti e alle forze di sicurezza.
La norma fornisce inoltre una serie di categorie e classi secondo le quali un cono o un cilindro stradale possono essere specificati per l'utilizzo in varie applicazioni in conformità con la buona prassi. Nel caso delle proprietà fisiche, sono specificati i livelli delle prestazioni e i test indicativi relativi a clima freddo, stabilità e resistenza agli impatti.
Sono inoltre indicati i requisiti minimi relativi alle proprietà di riconoscimento visivo, colore, retroriflessione e luminanza.
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EN ISO 11612:2008
Questo standard descrive i requisiti minimi per i capi di abbigliamento di protezione individuale e di sicurezza indossati dai lavoratori industriali esposti al calore. Ciò significa brevi contatti con la fiamma e con almeno uno dei seguenti tipi di calore: convettivo, radiante, grandi spruzzi di metallo fuso o una combinazione di questi.
Nell'ambito dei numerosi pericoli elencati in questo Standard Internazionale, vi sono tre livelli di prestazioni:
- Livello 1 per indicare l'esposizione ad un rischio percepito come basso
- Livello 2 per indicare l'esposizione ad un rischio percepito come medio
- Livello 3 per indicare l'esposizione ad un rischio percepito come elevato
I materiali retro-riflettenti, le etichette o gli stemmi applicati alla tessuto esterno del capo di abbigliamento devono essere testati unitamente al tessuto stesso, impiegando la fiamma sul capo, in quanto gli accessori e il tessuto esterno devono avere lo stesso grado di infiammabilità.
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Termini ricorrenti
Termini ricorrenti utilizzati nelle normative di riferimento o in relazione alle stesse
Ambiente luminoso circostante – Con questa espressione si intende il tipo di luce che circonda un oggetto riflettente, per esempio un segnale, dalla quale dipende il grado di luminosità con cui l’oggetto viene percepito dall’osservatore.
Luminosità – Per determinare la potenza di un veicolo, si utilizzano comunemente i cavalli vapore al freno: più alto è il numero di cavalli del motore, più elevata sarà la potenza del veicolo. La luminosità viene calcolata esattamente nello stesso modo, solo che in questo caso l’unità di misura è candele/lux/m2: maggiore è il numero di candele, maggiore sarà la luminosità del materiale riflettente e, di conseguenza, la vostra visibilità. I veicoli che viaggiano verso di voi vi noteranno con largo anticipo e avranno tutto il tempo per evitarvi, aumentando quindi il vostro livello di sicurezza! Generalmente, la tecnologia microprismatica permette di ottenere una luminosità di ritorno due volte superiore alle microsfere; pertanto, con indosso un abbigliamento ad alta visibilità su cui sono stati applicati dei nastri microprismatici, caratterizzati da un potere riflettente aumentato, potrete essere visti da ancora più lontano.
Candela (cd) – Spesso considerata, per approssimazione, la luminosità di una fiamma di candela, equivale esattamente a un’unità di intensità luminosa. Candelaggio: intensità luminosa espressa in candele, ossia le candele o la resa luminosa totali.
Identificazione – È la caratteristica di ciò che è immediatamente visibile o palese. Il termine ha attinenza con le norme sulla sicurezza stradale perché più sono riflettenti i nastri o i materiali applicati su abbigliamento, dispositivi per il controllo del traffico e veicoli, più questi ultimi saranno appunto identificabili. Questo significa che gli automobilisti avranno maggiori probabilità di accorgersi della presenza di un ostacolo sulla strada, potendo di conseguenza reagire in modo più rapido e sicuro.
Angolo di entrata – È l’angolo compreso tra il punto della superficie colpito da un fascio di luce e la linea perpendicolare alla superficie che passa in quello stesso punto. L’angolo di entrata viene spesso citato in merito, per esempio, all’angolarità dei materiali riflettenti applicati a uno sfondo.
Fluorescenza – È la luce emessa da una sostanza esposta a una radiazione elettromagnetica, per esempio una luce visibile. Finché la luce, o la radiazione elettromagnetica, continua a bombardare la sostanza, gli elettroni contenuti nel materiale fluorescente si eccitano ma ritornano molto velocemente a un’energia minore, emettendo luce, spesso alla stessa frequenza. Questo aumenta l’identificazione di un prodotto, rendendolo più visibile sia di giorno che di notte.
Luminanza – È la quantità di luce emessa da una superficie retroriflettente che l’osservatore riesce a percepire; viene espressa in candele/m2. Per luminanza si intende ciò che un automobilista effettivamente vede.
Contrasto di luminanza – È l’interazione diretta tra lo sfondo di un oggetto e la sua luminanza.
Rapporto di luminanza – È il rapporto tra la luminanza (luminosità fotometrica) di due aree qualsiasi all’interno del campo visivo.
Tecnologia microprismatica – Inventata da Reflexite oltre 40 anni fa, attualmente si dimostra essere il modo più efficiente, dal punto di vista ottico, per rimandare la luce a un osservatore, per esempio un automobilista che guida di notte. La tecnologia microprismatica funziona attraverso la riflessione della luce per mezzo dei microprismi incorporati al suo interno. La luce, prima di ritornare alla sua sorgente, colpisce uno dopo l’altro tutti e tre i lati del microprisma. L’efficienza retroriflettente è favorita dall’accurata disposizione dei microprismi, come si può vedere nelle immagini al microscopio. Lo sfruttamento ottimale dell’area garantisce il massimo livello di resa riflettente, con un ritorno di luce pari all’80%. Il materiale Reflexite, all’angolo massimo previsto dalla normativa EN 471, ha normalmente una luminosità di ritorno pari a 1.000 candele /lux/m2, il doppio di quella dei materiali alternativi a microsfere (che generalmente si attesta su 500 cd/lux/m2).
Angolo di osservazione – È l’angolo tra l’asse di illuminazione, ossia la linea formata da un fascio di luce che colpisce una superficie, e l’asse di osservazione, ossia la linea formata dal fascio retroriflesso che colpisce l’occhio dell’osservatore. Quest’angolo sarà, per esempio, più ampio per l’autista di un autobus o di un mezzo pesante che per il conducente di una normale automobile, come anche per i guidatori e i veicoli che si trovano molto vicini a un segnale o dispositivo retroriflettente. Da angoli di osservazione ampi, le superfici riflettenti appaiano meno luminose agli occhi dell’osservatore.
Fotometro – Strumento ottico utilizzato per misurare l’intensità di una sorgente luminosa.
Retroriflessione – Fenomeno che si verifica quando una superficie rimanda gran parte di un fascio luminoso entrante alla sua sorgente. Questo è il motivo per cui i materiali retroriflettenti appaiono più luminosi agli osservatori posizionati più o meno allo stesso livello della sorgente luminosa, come per esempio un automobilista e i fari della vettura. Le superfici retroriflettenti sono un ottimo mezzo da applicare ai dispositivi per il controllo del traffico per aumentarne la visibilità notturna da parte degli automobilisti.
Materiale retroriflettente – Materiale che ha un sottile strato continuo di piccoli elementi retroriflettenti sulla sua superficie esposta, o molto vicino a essa (per esempio, pellicole, vernici a microsfere, superfici per la segnaletica autostradale o segnaletica orizzontale retroriflettenti).
Retroriflettore – Superficie o dispositivo riflettente che, se irradiato direzionalmente, retroriflette i raggi incidenti, preferenzialmente in direzioni vicine alla direzione opposta a quella dei raggi stessi; questa proprietà viene mantenuta su un ampio campo di variazione della direzione dei raggi incidenti.
Sorgente luminosa – L’oggetto che produce il fascio di luce
Distanza di visibilità per l’arresto – di fondamentale importanza. È la distanza necessaria a un guidatore per arrestare il veicolo in condizioni di sicurezza prima di raggiungere una persona o un ostacolo comparso alla sua vista. Lo spazio minimo necessario all’arresto corrisponde alla somma di due distanze: a) la distanza percorsa dall’istante in cui il guidatore scorge l’ostacolo sulla strada all’instante in cui aziona i freni, ossia il tempo di percezione-reazione; e b) lo spazio necessario all’arresto del veicolo dall’inizio della frenata (distanza di frenata). L’orientamento attuale prevede un tempo di percezione-reazione di 2,5 secondi – si tratta comunque di una questione estremamente complessa, se si tiene conto di fattori quali condizioni meteorologiche avverse, guidatori in età avanzata, ecc.
Visibilità – Èla proprietà di ciò che può essere visto. Nel contesto delle normative sulla sicurezza, il termine si riferisce alla distanza da cui un oggetto può essere effettivamente visto.
Angolo di visione – È l’angolo compreso tra l’asse del retrorifrattore e l’asse di osservazione.